La Stampa 2014-03-10

 

Sono tornate a Damasco le tredici suore ortodosse liberate ieri alla frontiera siro-libanese, dopo tre mesi di prigionia. Le religiose erano state prelevate agli inizi dello scorso dicembre nel convento di Santa Tecla a Maalula, villaggio a maggioranza cristiana a nord della capitale siriana. Servizio diFrancesca Sabatinelli:

Ha generato molto sollievo, e con questo anche speranze, la liberazione delle 13 suore ortodosse di Maalula, che per tre mesi sono rimaste nelle mani degli uomini della Jabhat an Nusra, gruppo di ribelli affiliato ad al-Qaida. “Non ci hanno fatto mancare nulla”: hanno assicurato le religiose parlando dei loro rapitori, precisando di essere state trattate bene e smentendo che i miliziani avessero rimosso le croci dai loro abiti. Come contropartita per la liberazione delle suore, e di tre loro assistenti, sono state rilasciate oltre 150 siriane detenute nelle carceri di Damasco. In questi mesi, delle suore erano stati diffusi due video che avevano indotto a credere che si sarebbe arrivati a una felice conclusione del rapimento. L'arcivescovo Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria:

R. - È stato un sollievo e una soddisfazione generale, una schiarita in questo periodo così nuvoloso che non lascia ancora intravedere la luce dell’uscita da questo tunnel. È stata una notizia che ci aspettavamo, pregavamo per la liberazione di queste religiose che erano tenute in ostaggio dall’inizio di dicembre. Attualmente, le religiose si trovano a Damasco. Questa sera ci sarà un incontro di preghiera (nella chiesa greco-ortodossa della Santa Croce, Damasco - ndr) per rendere grazie al Signore per questo esito felice.

D. - Al sollievo per la liberazione delle suore si alterna ovviamente il pensiero che va a tutte le altre persone ancora nelle mani dei sequestratori…

R. - Speriamo che questa bella notizia, che ha portato una soddisfazione generale, possa aprire la porta anche per la liberazione dei due vescovi ortodossi - dei quali fra poche settimane ricorrerà un anno da quando sono stati presi in ostaggio - e che possa aprire anche la porta alla liberazione dei tre preti, tra cui Paolo Dall’Oglio, gesuita, e anche dei tanti altri sequestrati, sia siriani che stranieri.

D. - Fanno sperare le dichiarazioni delle suore che hanno sottolineato di essere state sempre trattate con attenzione da parte dei rapitori?

R. - Sì, questo si sapeva. Il caso di queste religiose ortodosse è un po’ diverso dagli altri: già dall’inizio era possibile avere comunicazioni, si sapeva dov’erano, in una casa messa a disposizione da un cristiano: c’era quindi questo collegamento. Naturalmente, c’era sempre un po’ di ansia, aumentata in queste ultime settimane perché quella zona, la cittadina di Yabroud, ultimamente era diventata teatro di aspri combattimenti tra l’esercito siriano e questi gruppi di ribelli. Si temeva per la loro incolumità, ma grazie a Dio ieri è arrivata questa bella notizia e così sono state liberate.