LA DONNA
nell'Ebraismo, nel Cristianesimo, nell'Islam
Sono domande ripetute di frequente. Quando si passa alla risposta viene in mente la donna velata per l'Islam, la donna candidata ad essere madre del messia per l'Ebraismo, la donna-madre o la donna-consacrata per la Chiesa. Tutte e tre le immagini sono riduttive e non rendono ragione della complessità delle risposte e della molteplicità sia delle luci che delle ombre. Addentrarsi in questa problematica va oltre le nostre competenze e richiederebbe una sede più opportuna. Ci pare invece che vedere la donna a partire dalle figure femminili centrali delle tre religioni permetterebbe loro di confrontarsi a partire dai punti più alti e spingerebbe ognuna di esse a scavare dove più ampia è la luce, per illuminare tutti quanti sono nella "casa" di questo mondo. In questo modo sia l'Islam che l'Ebraismo che il Cristianesimo potrebbero estrarre dal proprio tesoro le proprie ricchezze più profonde e correggere i propri lati più oscuri.
La donna rimane il riferimento più importante per l'uomo, a partire dal grembo da cui ha origine; così come l'uomo è il riferimento più importante per la donna, a partire dal momento in cui per opera sua le si accende una vita nel grembo. La volontà di Dio ha costituito l'uomo maschio e femmina e ha acceso in essi un desiderio che li porta in mille modi l'uno verso l'altro e li fa sentire complementari. La dignità dell'uomo è la donna (come la dignità della donna è l'uomo): un'immagine di essa che ne riducesse la dignità e la grandezza svilirebbe l'uomo stesso perchè gli farebbe gestire come cosa di pochi spiccioli un patrimonio incalcolabile. Meno vale la donna meno vale l'uomo. Ma questo valore pur essendo uguale nella dignità non è identico nel contenuto: la differenza appartiene alla dignità e alla grandezza stessa reciproca. Scoprire queste differenze ne permetterebbe un uso più intelligente e una più stretta complementarietà.
Maria, la madre di Gesù, costituisce per il Cristianesimo l'ideale più alto della donna, tanto che nel Nuovo Testamento le viene dato spesso il solo titolo di DONNA. Gesù stesso le si rivolge chiamandola semplicemente DONNA, non madre o Maria. Anche nell'Islam Maria è considerata - più che le spose o le figlie di Muhammad - la donna più eccelsa e santa, colei alla quale Allah si è accostato nel mondo più vicino e misterioso. Per gli ebrei le donne dell'Antico Testamento non compaiono come la prefigurazione di Maria, ma come delle donne eccellenti venerate via via come eroine, salvatrici, madre dell'intero popolo di Israele, esempio di come si dona e si difende la vita. Per gli ebrei ogni donna è una possibile madre del Messia o una sua antenata. In questo senso ogni donna può essere accostata a quello che è Maria per i cristiani e in parte anche per i musulmani.
Si ripropone quindi incessantemente, in maniera simile anche se in parte diversa, sia per l'Islam che per il Cristianesimo che per l'Ebraismo la stessa domanda: chi è la donna? Il che equivale a riproporre la domanda: chi è l'uomo? Di qui la domanda che li coglie nel loro rapporto reciproco: cos'è la donna per l'uomo e viceversa? A impedire una ricerca e una risposta sempre più approfondita ci sono diverse cause: la paura, la gelosia e la rivalità, la spinta alla sopraffazione o alla sudditanza, l'adattamento secolare - anche se spesso accompagnato da molta sofferenza per la donna - al proprio ruolo, la giustificazione di tutto come Parola di Dio, senza distinguere gli usi umani tollerati da Dio stesso "per la durezza del cuore umano" (come diceva Gesù a proposito del divorzio) e la novità illuminatrice e orientatrice della sua Parola.
Il mistero incomprensibile della "differenza" porta spesso o alla cancellazione di essa, o alla soffocazione o alla riduzione di essa al livello minimo fisico. I figli dell'Ebraismo, i figli del Cristianesimo e i figli dell'Islam devono riprendere a scavare al proprio interno, osando riaprire una miniera antca per estrarne cose antiche e cose nuove, purificare peccati antichi e peccati nuovi. Possa proprio la figura di Maria del Nuovo Testamento e del Corano e le figure luminose dell'Antico Testamento dare coraggio in questa ricerca e segnare la via.
Sono necessarie a questo punto alcune precisazioni che ci paiono doverose, nel rispetto e nella chiarezza.
Il Cristianesimo si riconosce in tutte le donne dell'Antico Testamento ritenendole consanguinee o antenate di Gesù e prefiguratrici di Maria.
- L'Ebraismo non nomina in genere quasi mai Maria. Alcune delle sue fonti antiche, non ritenendo il concepimento di Gesù come opera dello Spirito Santo, presentano Maria come un'adultera, infedele al suo compito di sposa.L'Islam esalta Maria come madre del "profeta e Messia Gesù", ma le toglie il titolo più alto per i Cristiani, quello di essere la madre di Colui che prima di essere uomo era "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero" e pur rimanendo Dio "si è fatto vero uomo per la nostra salvezza", realmente è morto sulla croce, realmente è risorto.
- L'Islam conosce alcune importanti figure femminili tra le donne e le figlie di Muhammad, che però non ricevono pari considerazione nell'Ebraismo e nel Cristianesimo.
La risposta alla domanda chi è la donna deve essere condotta al proprio interno da ogni religione, per germinazione spontanea e coraggiosa. Ma lo sguardo e l'ascolto reciproco può aiutare. Ad alcune condizioni però: 1) che prima del guidizio venga la comprensione; 2) che per vedere la pagliuzza nell'occhio dell'altro non si dimentichi la trave che è nel proprio; 3) che si sia disposti a pensare che l'altro ha qualcosa da insegnare; 4) che si sia disposti a concedere all'altro il tempo concesso a se stessi per la propria maturazione; 5) che prima di "interpretare" ciò che non si comprende dell'altro, se ne chieda a lui la spiegazione; 6) che si sia disposti a perdonare e ha chiedere perdono; 7) che ci si metta in atteggiamento di conversione, disposti a rivedere e purificare quanto la luce di Dio mostrasse lungo il cammino.
Per ogni mese dell'anno è stato riportato un breve brano riguardante Maria (per il Cristianesimo e per l'Islam) e alcune figure dell'Antico Testamento (per l'Ebraismo). E' solo un piccolo seme che vuole essere uno stimolo all'ascolto reciproco e alla ricerca più approfondita. Lavoro non facile ma possibile. Il Dio Creatore dell'uomo e della donna dia luce, ispiri saggezza, apra i cuori alla conversione, li disponga a un cammino comune. Uno è Dio, come una è la donna, uno è l'uomo, uno è l'amore e l'attrattiva reciproca che ci lega.