TURCHIA

Crocevia di fedi

Un calendario è un viaggio lungo un anno e con questo calendario, vogliamo favorire un viaggio "spirituale" nel cuore di popoli lontani. Mi verrebbe da dire, come Dio a Mosè: «togliti i sandali, perchè la terra su cui stai è terra santa». E' un viaggio quindi da fare con umiltà e rispetto, con semplicità e stupore, con discrezione e attenzione: un pellegrinaggio vero e proprio». Ogni popolo è una terra di Dio. Lo scopo di questo calendario non è di appagare una semplice "curiosità intellettuale" (sapere cosa festeggiano gli altri) ma di favorire le "ragioni del cuore'": cioè la conoscenza, la stima, l'amore per quanto si muove nei vari e vasti mondi religiosi dell'area geografica mediorientale. "Com-prendere" vuol dire "prendere con tutta l'anima", che non significa condividere o mescolare tutto in un insieme indistinto. Vuol dire raccogliere, esaminare, scoprire, imparare. Solo così si può offrire ciò che è proprio perché l'altro, a sua volta, accolga, capisca, scopra, impari. E' uno scambio di doni per una ricerca più profonda e più libera della verità. Dio, come diceva san Paolo, non è lontano da ciascuno di noi: in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Un calendario è come un viaggio in Dio, nel quale un popolo vive, si muove, esiste, festeggia. Dio è infinitamente di più: ma le sue briciole vanno raccolte. Hanno un sapore di lui, anche se portano tracce dell'umana fragilità e del procedere oscuro del cuore umano.

Soprattutto in medio oriente questo è importante: lì dove Dio si è rivelato aprendo la sua porta sull'uomo, è importarne che gli uomini aprano finestre l'uno sull'altro per affacciarsi, guardare e proseguire con cuore libero e pacificato la ricerca della luce, fino al giorno in cui il calendario terreno si fermerà ed entreremo nel calendario eterno della festa di Dio.

«La luce dell'Oriente ha illuminato la chiesa universale sin da quando è apparso su di noi "un Sole che sorge", Gesù Cristo nostro Signore, che tutti i cristiani invocano quale Redentore dell'uomo e speranza del mondo... Poichè crediamo che la venerabile e antica tradizione delle chiese orientali sia parte integrante del patrimonio della chiesa di Cristo, la prima necessità per i cattolici è di conoscerla per potersene nutrire e favorire, nel modo possibile a ciascuno, il processo dell'unità. I nostri fratelli orientali cattolici sono ben coscienti di essere i portatori viventi, insieme con i fratelli ortodossi, di questa tradizione. E' necessario che anche i figli della chiesa cattolica di tradizione latina possano conoscere in pienezza questo tesoro e sentire così, insieme con il Papa, la passione perchè sia restituita alla chiesa ed al mondo la piena manifestazione della cattolicità della chiesa, espressa non da una sola tradizione, nè tanto meno da una comunità contro l'altra».

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