
SILENZIO E DESERTO
nell'Ebraismo, nel Cristianesimo, nell'Islam
Silenzio e deserto: due parole che si richiamano a vicenda. Due esperienze concrete dove l'umano sfocia nel divino e il divino entra nell'umano proprio perchè nel vuoto e nella cessazione di ogni presenza si rende presente Colui che è “al di sopra di ogni presenza”, Colui che nessuna parola può esprimere e nessun luogo può contenere.
Silenzio e deserto: due termini che sia nell'Ebraismo, sia nel Cristianesimo che nell'Islam sono non soltanto simbolo ma realtà vissuta. Israele è nato nel deserto: quello “interiore” di Abramo che tutto lascia per entrare nella solitudine di Dio, quello “fisico” di Mosè che proprio nell'assenza di tutto scopre “Colui che è” e conduce davanti a Lui il suo popolo. Il Cristianesimo di Gesù è nato nel silenzio di una notte, nel silenzio di alcuni anni in Egitto, nel silenzio di molti anni trascorsi in un villaggio sconosciuto, nella solitudine di 40 giorni nel deserto a tu per tu con Dio e faccia a faccia con Satana. L'Islam è figlio dei deserti sconfinati dell'Arabia e delle notti silenziose trascorse da Mohammed sul monte Hira.
Ebraismo, Cristianesimo e Islam sono concordi nel dire che Dio si “ri-vela” solo quando l'uomo “vela” ogni altra immagine o parola. La paura e l'angoscia terribile che derivano da questa solitudine sono seguite subito dopo da una luce e da una gioia immensa. E' solo dal silenzio e dal deserto (quello fisico o quello interiore o entrambi) che nasce un uomo nuovo, capace cioè di stare in mezzo agli uomini, di annunciare una parola e indicare una direzione.
Silenzio e deserto significano “ascolto” e l'ascolto di Dio è l'inizio dell'incontro con Dio e della preghiera. “Ascolta Israele” è il ritornello più ripetuto nell'Antico Testamento. “Chi ha orecchi per intendere intenda”, dice spesso Gesù a conclusione delle sue parabole e in un altro luogo dice che “suo fratello, sorella, madre” è chi “ascolta” la parola di Dio e la mette in pratica. A Mohammed, secondo il Corano, lo “Spirito fedele (cioè Gabriele) pone nel cuore la parola di Dio” perchè poi “ammonisca gli uomini”. L'ascolto di Dio conduce alla presenza di Dio e in questa presenza Dio entra nel cuore dell'uomo e gli apre il proprio cuore. La grazia di Dio fluisce: Dio istruisce l'uomo, lo illumina, lo purifica, lo unisce a sè, gli svela i suoi pensieri e la sua volontà. L'uomo si sente piccolo e limitato. Lentamente le sue visioni piccole e limitate, i suoi progetti angusti e le sue vie oscure cedono il posto a Colui che, “Unico”, è grande, perfetto, veritiero. L'uomo vede annebbiarsi quelle attrattive terrene che lo catturano e lo rendono schiavo e sperimenta delle gioie pure e indicibili che lo rendono libero.

Ma come è possibile che dalle profondità del silenzio e dei deserti sconfinati di queste tre religioni sia nato così spesso il rumore assordante della guerra, il clamore dell'odio, del disprezzo e dell'intolleranza, i deliri di grandezza, di onnipotenza e di distruzione dell'altro? Dio ha parlato ma l'uomo si è “impadronito” della Parola di Dio e si è fatto onnisciente ai propri occhi. Dio ha manifestato le sue vie ma l'uomo si è “appropriato” dell'agire di Dio e si è reso onnipotente. In nome di Dio giudica, emette sentenze e le esegue. Occorre spingere più lontano quella logica di “silenzio e deserto” da cui le tre religioni hanno avuto origine. Se è davvero Dio che parla, l'uomo non può sopraffare la Sua voce urlando aglu altri uomini. Se è Dio che agisce l'uomo non può strafare sostituendosi a Lui. Se è davvero Dio l'arbitro dei popoli e il detentore della vita l'uomo non può asservire gli altri popoli o distribuire a suo piacimento vita e morte. Se è Dio che di sua iniziativa si rivela e chiama, l'uomo non può forzare il cuore, la coscienza, l'anima di un altro uomo.
La logica del silenzio e del deserto è l'umiltà, il camminare lento, l'attesa di Dio e il rispetto del suo mistero, il lasciare che sia Dio a toccare il cuore di ogni uomo, il rispondere ai propri richiami di grazia senza imporre la propria grazia agli altri. “In principio è Dio”, così è scritto all'origine delle tre religioni nell'esperienza di silenzio e di deserto da cui sono nate. In principio non può esserci l'assoluto di un uomo. Non c'è peggior Dio di un uomo che voglia farsi Dio. Silenzio e deserto parlano di spogliamento, di povertà di spirito, di essenzialità, di interiorità, di apparizione di Dio in tutto il suo fascino, di gioia intima che viene dall'abbraccio di Dio ma che si propaga per irradazione, non per violenza.
In questo calendario le foto e le frasi riportate mese per mese vogliono suggerire qualcosa di questa Gioia e far trasparire qualcosa di questa Luce che non ferisce anche quando abbaglia. Il silenzio e il deserto sono il grembo di Dio: chi vi sta dentro è generato da Lui e genera nell'amore. Chi vi si agita o ne resta fuori muore e genera la morte. Un augurio di vita per tutti e una supplica a Dio perchè ci faccia rinascere in spazi personali di “silenzio e deserto”.